C’è un aspetto della campagna referendaria che infastidisce veramente: la riforma porterebbe un notevole risparmio con le nuove istituzioni.
Una simile affermazione risulterebbe comica se la serietà con cui viene sostenuta non la trasformasse in una tragica bugia elettorale volta ad attirare consenso.
Il risparmio effettivo per un Senato composto da solo 100 senatori in realtà sarebbe di 57,7 milioni di euro (1).
Risparmio veramente irrilevante in considerazione del fatto che il bilancio dello Stato Italiano, solo per le entrate 2016, è previsto in 567.417 milioni di euro (2), cioè 57,7 milioni sono solamente un decimillesimo del bilancio dello Stato.
Si può ben comprendere come sia irrilevante una simile somma.
Non solo, le nuove istituzioni non danno la garanzia di un risparmio effettivo, perché non è detto che il nuovo Senato gestisca in maniera adeguata i propri fondi.
Infatti, si deve ricordare come periodicamente il Parlamento sia al centro di “scandali” sugli sprechi dei propri uffici e degli stessi parlamentari.
Non solo, dobbiamo rilevare come basterebbe, per risparmiare ,diminuire le indennità parlamentari che sono stabilite invece con legge ordinaria.
Basterebbe la modifica di una legge ordinaria, non costituzionale, stabilendo, ad esempio, una diminuzione delle indennità parlamentari del 30% o del 50 %, per ottenere una diminuzione molto più significativa delle spese dei nostri organismi parlamentari.
Non solo, va anche ricordato come una consultazione referendaria costi tra i 200 e i 400 milioni di euro, cioè tra quattro e sei volte il risparmio prospettato.
Di conseguenza, una simile affermazione appare risibile ed ecco il motivo per il quale ci siamo permessi di intitolare questo articolo con il titolo forse non troppo elegante di “balla”.
